- Calmate l'ardente inquietudine dell'animo suo; sviate da esso l'acuto strale del cocente rimprovero che lo tortura, e sgombrate la sua coscienza dai terrori onde s'affanna l'umana esistenza. Provvedete solleciti affinchè i quattro periodi, che la notte beata attraversa sul suo carro, scorrano soavemente per lui. E dapprima adagiategli la fronte su guanciali di rose, poi la bagnate nell'acqua di Lete; fate che le sue membra intorpidite ritrovino la salute nella calma di questo sonno in braccio al quale s'avvia verso la nuova aurora; indi compirete la più cara delle opere vostre, riaprendogli le pupille alla santa luce del giorno.
CORO (a una, a due, a diverse voci che s'alternano). Quando la sera s'avanza molle di vapori, e profuma il fresco soffio dell'aria che bacia i fiori e fa ondeggiare lievemente i prati, susurrategli gentili parole, e, cullandolo come un fanciullo, addormentate i suoi sensi e la tristezza del suo cuore. Indi posando amorosamente le vostre dita sulle sue palpebre abbassate, chiudete loro ogni spiraglio alla morente luce del giorno.
Ma ecco la notte. Gli astri scintillano gli uni accanto degli altri; l'etere è tutto soffuso di splendori irradianti, di bagliori fosforescenti, che strisciano davvicino, brillano allo zenit, si riflettono nelle acque trasparenti del lago, o tremolano in seno all'oscurità. La luna si leva calma e serena, distendendo il suo impero sulle valli e sulle acque; larga, luminosa, rotonda, essa appare in cielo come suggello della felicità, della pace e della voluttà del riposo che arreca al mondo.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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Lete
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