Ma anche le ore sono fuggite, e con esse i dolori ed i piaceri. Fa core! rinasci alla vita, e attendi in pace un nuovo giorno. Non vedi che il suolo verdeggia, che le colline ammantandosi di folti cespugli preparano freschi ed ombrosi recessi a chi ha bisogno di riposo, e che travolte come polvere si agitano nell'aria le sementi delle messi?
Se vuoi che la vita ti si riveli in tutta la sua magnificenza, volgi gli sguardi al sole. Coraggio! Tu non sei avvinto che a mezzo; il sonno è una fragile scorza. Gettala, e svegliati! Mentre l'uomo volgare sciupa il suo tempo a chieder consigli, e nel far calcoli, colui che ha mente profonda e cuore magnanimo, che sa misurare le difficoltà e cogliere il momento, può accingersi ad ogni più ardua impresa.
(Uno scoppio fragoroso annuncia la venuta del sole.)
ARIELE. Attenti tutti al sonoro rintocco! Già ai piccoli silfi dell'aria ogni rumore che accompagna l'aurora appare più chiaro e distinto. Ecco un nuovo sole che sorge; s'aprono cigolando davanti ad esso le porte delle rocce e dei monti. Febo ha già ripreso la sua rapida corsa, ed il suo carro di luce traccia solchi abbaglianti. Che fragori scoppiano da questo fuoco sfolgoreggiante! È un rombo, un tuono che offende i sensi, fa socchiudere gli occhi e stordisce gli orecchi, poiché il meraviglioso è incomprensibile! O silfi, fuggite, rimpiattatevi in fondo in fondo alle rose madide di rugiada, entro gli spechi, sotto il fogliame. Se questo scroscio vi rintrona d'appresso, perdete l'udito.
FAUST. Ti saluto, eterno crepuscolo, con tutto il rinnovato mio vigore vitale che fa battere sì forte i miei polsi.
| |
Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
|
|
|