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      O terra, anche tu questa notte eri salda al posto, ed ora respiri, tu pure rinvigorita, ai miei piedi. Già tu cominci ad avvilupparmi di voluttà, e ridesti e ravvivi in me il forte proposito di tendere sempre, senza posa, verso un'alta esistenza. - II mondo già si sprigiona dai vapori da cui era ancora avvolto; la foresta freme di una vita molteplice e sonora; la nebbia ora s'innalza in leggere nubi dalla valle, ora vi si stende sopra in flutti ondeggianti. Intanto la celeste luce penetra negli imi profondi; rami e tronchi ebri di rugiada, si slanciano fuori dell'abisso vaporoso ove dormivano sepolti. I colori spiccano un dopo l'altro sul fondo, ove dai fiori, dalle foglie gocciolano tremule perle; il mondo intorno a me diviene un paradiso.
      Alza la testa, e guarda lassù! - Le vette gigantesche delle montagne annunciano già l'ora solenne; ad esse è dato di godere prima di noi dell'eterna luce che scende più tardi al basso. Un novello splendore invade i verdeggianti giardini delle Alpi; a poco a poco si è infiltrato dappertutto, ha invaso ogni cosa. - Ahimè! gli occhi sono vinti dal dolore, m'è forza ritorcere lo sguardo.
      Avviene così allorquando la speranza ineffabile, dopo avere nell'intensità della sua forza raggiunto il sublime del desiderio, trova spalancate le porte della sua realizzazione; ma ecco che dagli eterni baratri irrompe un oceano di fiamme. Noi restiamo stupefatti; venivamo per accendere la face della vita, e siamo avvolti da un torrente di fuoco. E qual fuoco! È fuoco d'amore o d'odio che ci avvince fra lacci di dolore e di voluttà, e ci costringe ad abbassare di nuovo i nostri sguardi verso la terra, per nasconderci nel velo della nostra primitiva innocenza?


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Alpi