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      Scommettiamo che appena si sentiranno a prendere il piede, o a incespicare, si metteranno chi a lanciarmi sarcasmi, chi a vituperarmi come stregone! - Voi tutti sentite il segreto fermento della natura eternamente attiva, e come dalle sue profonde latebre sgorghi la vita in cerca della luce. Che se l'inquietudine v'agita le membra e non vi lascia star fermi al posto, oh allora scavate, vangate risolutamente; colà avvi il tesoro nascosto.
      MORMORII. Ho del piombo nelle piante, e le braccia aggranchiate. - È la gotta. - II dito grosso del piede è rattrappito. - Ho rotte le spalle. - Tutti indizii che noi calpestiamo il suolo più ricco di tesori.
      L'IMPERATORE. Presto all'opera!... Tu non puoi più svignartela. Prova la verità de' tuoi detti col farci vedere sull'istante queste preziose miniere. Quanto a me depongo scettro e spada e m'accingo al lavoro che voglio eseguire colle stesse mie imperiali mani. Se tu hai mentito io ti mando all'inferno.
      MEFISTOFELE. Quanto a questo, saprei da me solo trovarne la strada. Io non mi stancherò mai dall'indicarvi quali e quanti tesori giacciono ovunque, attendendo di essere dissepolti. Il contadino che scava il suo solco coll'aratro solleva insieme alla zolla di terra un vaso d'oro. Egli non sperava cavare che un po' di salnitro, e meravigliato, raggiante di gioja, trova nelle sue mani bisognose dei rotoli d'oro. Quanti strati bisogna forare! In quali abissi, in quali profonde voragini deve penetrare sino a toccare i mondi sotterranei, colui che fiuta istintivamente i tesori!


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358