Chi è mai costui con quel mento raso? La sua mano ce lo nasconde. Sopra viene un grande malanno: la barba prende fuoco e in un momento una striscia di fuoco incendia la corona, il capo ed il petto; la gioja è convertita in tormenti. La schiera dei gnomi accorre a spegnere le fiamme, e più quelli s'affannano per soffocarle, più queste avvampano e si moltiplicano. Avviluppato dall'elemento ardente un drappello intero di maschere arrostisce. Ma che ascolto? Quale novella le bocche susurrano agli orecchi? O notte eternamente terribile, quanti malanni ci hai arrecato! nella giornata di domani si udrà quello che nessuno vorrebbe udire. Da ogni parte si grida che è l'imperatore che soffre codeste torture! L'imperatore brucia co' suoi fidi. Sia maledetto colui che lo ha spinto a circondarsi di fascine resinose ed a venir qui a fare tanto strepito, per riuscire alla distruzione generale! O gioventù! o gioventù! non saprai mai mettere un freno alla tua gioja! - O grandi! o grandi! non saprete mai conciliare nei vostri atti la ragione al potere che esercitate?
Già tutto è preda delle fiamme; già montano a lambire l'armatura del tetto; un incendio generale ci sovrasta. La desolazione ha colma la misura; chi mai ci salverà? Domani si vedrà la grande magnificenza imperiale giacere al suolo, ridotta durante la notte in un mucchio di cenere?
PLUTONE. Bando allo spavento! è tempo di arrecar loro soccorso. O potere di questa bacchetta! Che il suolo frema e rimbombi al suo tocco! e tu, o etere infinito, riempiti di un tiepido vapore!
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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