Da cima a fondo vedrai i flutti verdi, spumeggianti, sollevarsi intorno a te e formarti una reggia superba. Ad ogni passo che muovi dei palagi t'accompagnano. Le mura stesse, dotate di vita, si muovono, vanno e vengono colla rapidità della freccia. I mostri marini accorrono in folla a contemplare questo spettacolo nuovo, prodigioso; essi fanno ala, e non lasciano che cosa alcuna vi penetri. Colà si spassano i draghi variopinti, e dalle squame dorate; il pescecane guaisce e tu gli ridi sul muso. Per quanti spettacoli t'abbia offerto la tua corte incantata, tu non hai mai visto nulla di simile. Non ti mancano neppure le imagini graziose; vedi, le Nereidi curiose s'avvicinano al magnifico palazzo immerse nell'eterna freschezza: le più giovani timide e lascive come pesci; le altre, caute. Teti diggià informata, porge mano e labbra al novello Peleo, indi gli offre un seggio nel beato Olimpo.
L'IMPERATORE. Quanto agli spazi aerei, te ne faccio grazia; si salgono sempre abbastanza presto i gradini del trono di lassù.
MEFISTOFELE. E la terra? Non è già tua, eccelso sire?
L'IMPERATORE. Quale avventurato destino ti ha portato qui di sbalzo dalle Mille ed una notte? Se tu arrechi l'abbondanza al pari di Sceherazade, tu avrai, te ne dò la mia parola, il più ambito fra i regali favori. Perciò, tienti a mia disposizione pel caso che il mondo, come accade sovente, mi venisse in uggia colla sua monotonia.
IL MARESCIALLO (accorrendo frettoloso). Non avrei mai sperato, grazioso sovrano, di avere la ventura di annunciarti un avvenimento sì fausto qual è quello che ora mi riempie di gioja alla tua presenza: il debito è estinto, i creditori pagati, attutita la voracità degli usurai.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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Nereidi Peleo Olimpo Mille Sceherazade
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