Lo veggo pur troppo: in mezzo allo splendore delle ricchezze, voi rimanete quali foste sempre; siete ora quelli di prima.
IL BUFFONE (sopravvenendo). Voi dispensate favori: lasciate ch'io pure ne partecipi.
L'IMPERATORE. Come! Sei ancor vivo? Tu andresti difilato a berli!
IL BUFFONE. Quei vostri famosi biglietti! Io non ci capisco nulla!
L'IMPERATORE. Lo credo io; gli è che tu li impieghi sì male.
IL BUFFONE. To', ecco pioverne altri! Io non so che debbo farne.
L'IMPERATORE. Prendili, è la tua parte (esce).
IL BUFFONE. Cinquemila corone in mano mia!
MEFISTOFELE. E per dippiù, un pajo di gambe, eccoti di nuovo rialzato!
IL BUFFONE. Ciò mi succede di sovente, senza che per questo io mi sia mai trovato meglio che ora.
MEFISTOFELE. Tu esulti siffattamente che sudi da capo a piedi.
IL BUFFONE. Ma guardate, e ditemi: vale proprio tanto oro tutto questo?
MEFISTOFELE. È tanto vero, che puoi procurarti con esso tutto quanto solletica la tua gola e il tuo ventre.
IL BUFFONE. Posso anche comperare campi, casa e bestiame?
MEFISTOFELE. Certamente! Non hai che ad offrire, ed avrai tutto.
IL BUFFONE. E un castello, con boschi, caccia e vivajo?
MEFISTOFELE. Ti venga il malanno! Mi piacerebbe assai vederti diventare mio padrone.
IL BUFFONE. Da questa sera io credo signoreggiare nei miei dominii (esce).
MEFISTOFELE (solo). Ed ora si può ancora porre in dubbio la sana mente di quel pazzo?
Una galleria oscura
FAUST e MEFISTOFELE.
MEFISTOFELE. Perché mi trascini per questi oscuri corridoi? Non si tripudia abbastanza laggiù, e in mezzo a quella folla sì grande e sì screziata di cortigiani manca forse l'alimento al motteggio ed all'impostura?
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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