Non vorresti mai più udire che ciò che hai già udito? Tu hai visto siffatti prodigi che per quanto ti riesca strano il suono di tale parola, non devi commuovertene.
FAUST. Io non cerco la mia salvezza nell'indifferenza; ciò che freme nell'uomo è la parte migliore di lui. Il mondo, è vero, fa pagar cara all'uomo la virtù del sentire; ma gli è quando si è commossi che si arriva a comprendere l'infinito.
MEFISTOFELE. Discendi adunque... o sali, giacché il dirti l'una cosa o l'altra torna lo stesso. Sfuggi al reale, slanciati nei vuoti spazii dell'ideale, per godere lo spettacolo di ciò che non esiste più da lungo tempo. La ruota gira come le nubi. Agita quella chiave nell'aria e tienila discosta da te.
FAUST (con trasporto). A meraviglia! A misura che la stringo nelle mie mani, io sento nascere in me un nuovo vigore, ed il petto dilatarsi per la grande impresa.
MEFISTOFELE. Un tripode fiammeggiante ti farà accorto che sei arrivato nell'imo degli abissi; e ad un tale chiarore scorgerai le Madri: le une sedute, altre in piedi e vaganti così come si trovano. Forme, continuo cambiamento di forma, eterna presenza del senso eterno! Imagini di tutte le creature, esse ti circonderanno, ma non ti vedranno, poiché non veggono che le idee. Coraggio allora, ché il pericolo sarà grande! Va diviato al tripode, e toccalo colla tua chiave.
FAUST (leva in alto la chiave d'oro con un atteggiamento risoluto e di comando).
MEFISTOFELE (standolo a guardare). Benissimo! il tripode allora ti si mette a fianco, e come un fido satellite non t'abbandona più. Tu risali tranquillo, portato dalla fortuna, e prima che le Madri se n'avveggano, sei di ritorno col tripode che sei andato a conquistare.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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Madri Madri
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