Simile ad Atlante che un tempo sosteneva il cielo, numerose colonne lo reggono all'ingiro, più che bastevoli per una sì enorme massa di granito, giacché due sole di esse porterebbero un monumento di smisurata grandezza.
L'ARCHITETTO. Voi chiamate questo antico? Ditelo piuttosto massiccio e pesante. Sento chiamar nobile ciò che non è che comune, e grandioso ciò che non è che goffo. A me piace la colonnetta svelta, e nello stesso tempo slanciata e maestosa. L'arco acuto ti sublima lo spirito, e l'edificio quale io lo concepisco, soddisfa assai più al nostro gusto.
L'ASTROLOGO. Salutate rispettosamente le ore che gli astri vi concedono; la parola magica vinca la ragione, e la superba e vagabonda fantasia prenda l'abbrivo; osservate con tutta l'attenzione di cui sono suscettibili i vostri occhi, ciò che avete ardentemente desiderato; e che è tanto più degno di fede in quanto che impossibile.
FAUST (sbuca dalla parte opposta al proscenio).
L'ASTROLOGO. Vi annunzio un uomo prodigioso che in abiti sacerdotali, e la fronte cinta di corona, viene ora a compiere qui l'impresa a cui si era accinto. Un tripode sorto dal fondo degli abissi sotterranei lo accompagna. Io già fiuto gli effluvi d'incenso ch'esso esala. Ei viene a benedire la grand'opera, dalla quale non può produrre che un felice risultato.
FAUST (solennemente). Io vi scongiuro, o Madri, che signoreggiate assise sul trono dell'infinito, - eternamente sole, eppure socievoli, - la fronte cinta delle imagini ideali della vita attiva, ma prive di vita!
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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Atlante Madri
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