IL BACCELLIERE. Io trovo una strana presunzione in chi giunto all'età più meschina s'arroghi ancora d'essere qualche cosa allorché l'uomo non è più nulla. Ciò che fa la vita in lui è il sangue; ora è possibile che il sangue circoli come nella gioventù, quando scorrendo con tutta la sua forza e freschezza, crea una vita novella nella vita stessa? Così la fiacchezza si dilegua, e la forza s'avanza. Mentre noi abbiamo conquistato la metà del mondo, che avete dunque fatto voi altri, se non sonnecchiare, riflettere, pensare, sognare: progetti e non altro che progetti! Decisamente la vecchiaja è una febbre fredda che assidera. Passati i trent'anni, un uomo farebbe bene a morire; il meglio a farsi sarebbe quindi di ammazzarlo a tempo.
MEFISTOFELE. Su questo punto il diavolo non ha nulla a dire.
IL BACCELLIERE. Il diavolo non c'entra che se ed in quanto mi piaccia di permetterglielo.
MEFISTOFELE (fra sé). Bada che il diavolo non ti dia un gambetto quando meno te l'aspetti!
IL BACCELLIERE. O gioventù! o slanci arditi! Cómpito sublime! Prima di noi, prima di me, il mondo non era; Io trassi il sole dal mezzo dell'abisso; col mio compasso segnai il corso della luna. Il sole si fece bello sul mio cammino; la terra si adornò di fiori e di verzura, e la sacra falange delle stelle d'oro, quando cade la notte, a un cenno della mia mano apparve splendida nel divino firmamento. Chi dunque, se non io, ha infranto i vincoli di miserabili leggi che inceppavano la terra? Io vado libero, ove il cuore mi spinge, e come verbo mi ragiona, corro arditamente verso l'avvenire, seguendo la luce, dando le spalle alle tenebre (esce).
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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