.. Uomo grande e generoso, nobile pedagogo, che a maggior tua gloria allevasti un intero popolo di eroi, la bella falange dei nobili Argonauti, e tutti coloro che crearono il mondo dei poeti.
CHIRONE. Non ne parliamo. Pallade stessa sotto le sembianze di Mentore, avrebbe torto di vantarsene; essi finiscono per fare a modo loro, come se nessuno li avesse educati.
FAUST. Il medico che sa nominare ciascuna pianta, che conosce i semplici fino nei loro più profondi misteri, che reca la salute all'ammalato, sollievo al ferito, io abbraccio qui con tutta la forza dello spirito e del corpo.
CHIRONE. Se qualche eroe cadesse ferito vicino a me saprei porgergli sollievo e consiglio; ho però finito per abbandonare l'arte mia alle vecchie ed ai preti.
FAUST. Sei proprio il vero grand'uomo che non può prestar ascolto alle lodi, le sfugge con modestia, e si contiene, come se i suoi pari abbondassero nel mondo!
CHIRONE. Tu mi sembri un ipocrita destro nell'adulare i principi ed il popolo.
FAUST. Tu ammetterai però di aver conosciuto gli uomini più illustri del tuo tempo, seguito nelle tue azioni quanto si ha di più nobile, e scorsi i giorni della tua vita nelle gravi occupazioni di un semidio. Ora, fra tutte queste eroiche imprese, quale giudichi tu la più valorosa?
CHIRONE. Nell'augusta falange degli Argonauti, ciascuno era prode a modo suo, e, secondo la forza che lo animava, poteva bastare dove gli altri erano impotenti. I Dioscuri hanno sempre avuto il sopravvento colà dove la floridezza della gioventù e della bellezza trionfava.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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