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      Resta in alto, o dolce Luna! diffondi su di noi le tue grazie. Oh! duri a lungo la notte, affinchè il giorno non venga a disperderci!
      TALETE (sulla riva, ad Homunculus). Io ti condurrò volentieri dal vecchio Nereo; perché, a dire il vero, non siamo lontani dalla sua grotta; ma ti avverto che lo sgarbato pensieroso dio ha la testa assai dura. Il genere umano intiero non fa nulla che sia approvato da quel fantastico brontolone. Egli ha però il dono di leggere nell'avvenire; e perciò, ognuno lo rispetta e l'onora. Anzi più d'uno gli è debitore di qualche benefizio.
      HOMUNCULUS. Tentiamo la sorte e picchiamo! Non mi costerà certo il vetro e la fiamma.
      NEREO. Sono esse voci umane quelle che colpiscono il mio orecchio! Oh! come la rabbia m'agita nel più profondo del cuore! Fantasmi anelanti senza posa alla sublimità degli dei, e ciò nonostante condannati a non essere altro che quello che sono. Da tempo immemorabile avrei potuto riposarmi nella pace dei numi, ma il mio istinto mi traeva a soccorrere i buoni; a fatti compiuti però mi avvidi che tutto era accaduto come se non vi avessi preso parte alcuna.
      TALETE. E nondimeno, o vecchio del mare, si ha fiducia in te; e tu che sei saggio, non scacciarci di qui! Vedi codesta fiamma che somiglia ad un uomo? essa si abbandona intieramente ai tuoi consigli.
      NEREO. Che parli tu di consigli! furono essi mai apprezzati dagli uomini? Una saggia parola muore intorpidita nel loro orecchio sordo ed ottuso; e se gli stessi fatti sono riusciti a contraddirli e biasimarli, non per questo simile razza desiste dalla sua ostinatezza.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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