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      Né l'Olimpo, né il vostro suolo vantano una bella creatura che si muova con tanta eleganza. Adorabile è il loro portamento, esse balzano dal drago marino sui corsieri di Nettuno; mollemente unite all'umido elemento, le crederesti fiotti che s'innalzano in spuma. Nel prisma della conchiglia screziata di Venere, Galatea si avanza, lei, oggi la più bella di tutte; lei che da quando Ciprigna ci ha lasciati, riceve a Pafo gli onori divini. E perciò questo raro fiore di grazia impera già da lungo tempo sulla città, ed occupa l'ara, il trono ed il carro. Indietro! nell'ora della gioja paterna mal s'addice sentir odio nel cuore ed avere l'invettiva sulle labbra. Andate da Proteo! pregate il mago affinchè egli vi dica come si esista e come si possa operare la metamorfosi. (Egli si allontana dalla parte del mare.)
      TALETE. Questo abboccamento non ci ha giovato a nulla. Si potrebbe forse raggiungere Proteo, ma egli si dilegua tosto; e se acconsente a sentirti, finisce per risponderti cose che destano la tua meraviglia e confondono le tue idee. Eppure il suo consiglio ti è necessario, proviamoci, e continuiamo il nostro cammino. (Essi s'allontanano.)
      LE SIRENE (dal'alto delle rocce). Che cosa vediamo noi guizzare lontano attraverso il regno delle onde? Come bianche vele che si avanzano spinte dal vento, mostransi così abbaglianti le ninfe del mare. Scendiamo; ne udite voi le voci soavi?
      LE NEREIDI ED I TRITONI. Ciò che noi portiamo deve piacere a tutte. Il guscio gigantesco di Chelone riflette immagini arcigne: vedete in costoro altrettanti dei.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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