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      Hann'essi predato,
      E noi de' Cabiri
      Abbiam trionfato.
      (Le Nereidi ed i Tritoni si allontanano.)
      HOMUNCULUS. I mostri deformi io li rassomiglio a vecchi orci; i sapienti vi urtano contro, e si rompono il loro duro cocuzzolo.
      TALETE. Ecco appunto ciò che si vuole: è la ruggine che dà prezzo alle monete.
      PROTEO (non visto). Una simile avventura fa ringalluzzire un vecchio barbogio come me! Più vi è del meraviglioso e più ne tengo calcolo.
      TALETE. Dove sei, Proteo?
      PROTEO (con voce da ventriloquo, or lontana or vicina). Qui e là.
      TALETE. Ti permetto questo vecchio scherzo; ma per un amico, tregua alle parole inutili! Io so che tu parli da un luogo in cui non ti trovi.
      PROTEO (come in lontananza). Addio.
      TALETE (nell'orecchio ad Homunculus). Egli è qui vicino. Ora manda il tuo vivo chiarore, egli è curioso come un pesce; e in qualunque sito ch'egli sia trasformato, la fiamma lo trascinerà qui.
      HOMUNCULUS. Io spando senza indugio vivi sprazzi di luce; ma con una certa moderazione, per tema che il mio vetro scoppi.
      PROTEO (sotto la forma di una tartaruga gigantesca). Che è ciò che brilla con tanta grazia e splendore?
      TALETE (nascondendo Homunculus). Oh bella! se ne hai il desiderio, vieni a vedere più davvicino. Non risparmiarti un così piccolo disturbo, e lasciati vedere su due piedi in forma d'uomo. E così in grazia nostra e mediante il nostro consenso, potrai vedere quello che ti si nasconde.
      PROTEO (in dignitoso aspetto). Rammenti tu ancora le malizie del mondo?
      TALETE. E tu, non hai ancora smesso la smania di mutar forma?


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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