LA FORCIDE. Ella morrà di nobile morte; ma voi, come fringuelli presi nelle reti del cacciatore, vi dibatterete sospese intorno all'alto balcone che sorregge la compagine del tetto. (Elena e le ancelle in atto di stupore e di raccapriccio, formano un gruppo armonicamente disposto.)
Fantasmi! Simili a statue immobili, voi state là, spaventate di dovervi separare dal giorno che non vi appartiene. Gli uomini, questi spettri che vi rassomigliano, non rinunziano volontieri all'augusta luce del sole; non una sola voce intercede per essi, nessun potere li può salvare dal destino. Essi lo sanno tutti; sono ben pochi coloro che vi si sottomettono. Non importa, voi siete condannate. Dunque, all'opera! (Batte palma a palma, ed entrano tosto parecchi nani colla maschera sul viso, che si affaccendano ad eseguire gli ordini.) Vieni qui, tu, mostro tenebroso, e dalla forma sferica! Va a rotolarti da questa parte! Coraggio! Vi è qui molto male da operare; satollatevi pure; fate posto all'altare dai corni d'oro! Che la scintillante scure sia deposta sulla sponda d'argento; riempite d'acqua le anfore per lavare l'orribile macchia del sangue nero, e spiegate sulla polvere il prezioso tappeto, affinchè la vittima s'inginocchi regalmente, e sia deposta - col capo, è vero, spiccato dal busto, - ma sempre con dignità!
LA CORIFEA. La regina sta pensosa; le giovani donzelle si abbattono come l'erba mietuta dalla falce. A me dunque, a me, la maggiore di tutte, spetta il sacro dovere di scambiare la parola con te, vecchia decana.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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Elena Batte Vieni
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