Tu hai l'esperienza e la saggezza; sembri pure essere ben disposta verso di noi, sebbene questa spensierata schiera ti abbia a tutta prima provocata. Io ti chiedo dunque se ci rimane una qualche via di salvezza.
LA FORCIDE. Ne resta una sola e praticabilissima. Sta in mano della regina di salvare se stessa e noi tutte assieme; ma bisogna decidere senza indugio.
IL CORO. Oh la più rispettabile delle Parche! la più saggia delle Sibille! tieni aperte le forbici d'oro. Annunziaci subito lo scampo e la salvezza, perchè sentiamo già i brividi scorrerci per le ossa, e già spinte dai venti ci sembra che le nostre delicate membra ondeggino, mentre ben più dolce sarebbe rallegrarci nella danza, per riposarci dopo sul seno del nostro amante.
ELENA. Lasciate fremere. Io sono afflitta, ma non spaventata. Ma se tu conosci un mezzo di salvezza, esso sarà accolto con gratitudine. All'anima saggia e perspicace, l'impossibile si rivela talvolta possibile; parla e manifesta il tuo pensiero.
IL CORO. Oh! sì, parla, mostraci presto come potremo sfuggire a questi orribili capestri che già sembra ci circondino il collo, pari a funesti collari. Ci manca già il respiro, o noi disgraziate, e moriremo soffocate anzi tempo, se tu, augusta madre di tutti gli dei, o Rea! non avrai pietà di noi.
LA FORCIDE. Sarete voi abbastanza pazienti per sentire in silenzio svolgere la tela di lungo discorso? Vi ha più di una storia da raccontare.
IL CORO. Sì, saremo pazienti! Mentre ascoltiamo noi vivremo.
LA FORCIDE. Per chi rimasto a casa a custodire il ricco tesoro, assoda gli alti muri della sua dimora, assicura il tetto contro l'uragano, per costui tutto andrà bene durante i lunghi giorni della vita; ma colui che varca facilmente con passo fuggitivo la sacra soglia della sua abitazione, egli trova al suo ritorno l'antico luogo, è vero, ma tutto cambiato, se non forse distrutto.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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Parche Sibille Rea
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