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      Appare talvolta un branco di agnelli, tal altro una legione di armati; noi proteggiamo gli uni, e piombiamo sugli altri. Oggi, o fatale trascuranza! tu vieni, ed egli non ti annunzia, e l'accoglienza di un sì glorioso ospite ne soffre, accoglienza che fra di noi deve essere solenne e sacra fra tutte. Egli ha temerariamente posto la sua vita in pericolo, e dovrebbe già essere immerso nel proprio sangue; ma tu sola devi punire o far grazia secondo il tuo beneplacito.
      ELENA. Per quanto grande sia la dignità da te conferitami, dignità di giudice, di sovrana, e quando anche fosse solo tuo desiderio di mettermi alla prova, adempio al primo dovere del giudice, che è quello di sentire l'accusato. Parla adunque!
      IL CUSTODE DELLA TORRE, LINCEO. Lascia che io m'inginocchi, - ch'io ti contempli, - lasciami morire, lasciami vivere, - perché oramai sono tutto, anima e corpo, di questa donna, scesa dai cieli. Io aspettavo la luce mattinale; spiavo all'oriente lo spuntare dell'alba, quando repentinamente io vidi, o miracolo! Vidi il sole spuntare dal mezzodì. Mi volsi tosto da quella parte per contemplare lei, invece delle valli e delle montagne, invece degli spazi della terra e del cielo. Ho, è vero, gli occhi di lince in agguato sulla cima di una pianta; ma in quell'ora mi convenne lottare per uscire da una profonda visione. Come poteva io dunque riconoscermi? piattaforma, torre, porta chiusa, e vaganti vapori, si dileguano e solo questa dea mi sta dinanzi. L'occhio ed il cuore rapiti in lei, io aspirava il suo dolce splendore; questa sfolgorante bellezza abbagliava completamente me povero infelice!


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358