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      IL CORO. Tu parli come se in queste grotte vi fosse un intero mondo, boschi, praterie, ruscelli e laghi; quali favole ci vai tu narrando?
      LA FORCIDE. Infatti, o creature senza esperienza, sono queste profondità inesplorate; io scopersi camminando pensierosa sale, cortili dopo cortili. Quand'ecco, uno scoppio di risa echeggiò repentinamente nei profondi spazi. Io guardo, un bambino balza dal seno della donna verso l'uomo, dal padre alla madre; le carezze, gli scherzi, le moine di un pazzo amore, le grida festevoli, gli slanci di viva gioia mi assordano volta a volta. Un genio nudo senza ali, un fauno senza brutalità, balza sul suolo di granito, ma il suolo reagendo, lo manda all'aria in modo che al secondo, al terzo salto, egli tocca il cielo della grotta. Sua madre gli grida con sollecitudine: "Salta pure quanto ti piace, ma bada di non prendere il volo! Il libero varco ti è interdetto." Ed il padre pietoso e clemente lo ammonisce in questi termini: "Dentro la terra risiede la rapida forza che ti spinge verso le regioni dell'aria. Tocca il suolo solo colla punta del tuo pollice, e come Anteo figlio della Terra, sentirai rinascere in te una nuova energia." Lui però s'esercita sul masso di questa roccia; d'una estremità passa all'altra, e va per ogni dove come un pallone cacciato dal vento. Tutto ad un tratto egli scompare nel crepaccio di un orribile abisso. Noi lo crediamo perduto: sua madre si dispera, suo padre cerca di consolarla, ed io alzando le spalle, sto in angoscia. Ed ora quale spettacolo!


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Anteo Terra