Insegui la tua preda che ti sfugge.
EUFORIONE (scuotendo le ultime scintille). Rocce ammontate su rocce sono qui fra i boschi ed i cespugli. Perché questo spazio, ove mi sento soffocare? Eppure sono giovane e coraggioso. I venti ed i flutti rumoreggiano laggiù. Odo i venti ed i flutti da lunge; vorrei avvicinarmi a loro. (Sbalza sempre più in alto lungo la rupe.)
ELENA, FAUST E IL CORO. Vuoi tu dunque rassomigliare ad un camoscio? La tua caduta ci spaventa.
EUFORIONE. Devo portarmi sempre più in alto, devo vedere sempre più lontano. Ora so dove mi trovo! In mezzo all'isola, in mezzo al paese di Pelope, che abbraccia la terra ed il mare.
IL CORO. Se nei boschi, sulla montagna non puoi fermarti in pace, andiamo a quest'ora a cercare i verdi pampini sui poggi, fichi ed aranci. Ah! almeno in così ameno paese mostrati quieto e gentile.
EUFORIONE. Sognate voi il giorno della pace? Sogni chi può sognare! Guerra è la parola d'ordine! Vittoria è la canzone!
IL CORO. Colui che in pace sospira la guerra, rinunciò per sempre al bene della speranza.
EUFORIONE. Questo suolo ne generò più d'uno nel pericolo e fuori del pericolo, - d'un coraggio libero, senza limiti, - prodigio del proprio sangue, d'una mente divina, inaccessibile alle tenebre; - ne traggano profitto i combattenti!
IL CORO. Guardate lassù come egli s'innalza senza che sembri rimpicciolirsi, tutto in arme, pronto alla vittoria, luccicante di bronzo e di acciajo!
EUFORIONE. Non di mari, non di bastioni, ma ciascuno si faccia schermo da sé! - II ferreo petto dell'uomo è una fortezza inespugnabile.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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Sbalza Pelope
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