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      IL GENERALE IN CAPO. Là nell'aperta pianura vedi tu la falange nemica animata al combattimento? Le picche scintillano alla luce del sole, attraverso i vapori del mattino. Vedi muoversi i neri flutti di quel potente quadrato! Migliaja e migliaja d'uomini si struggono qui per desiderio di fatti grandi e generosi. Riconosci da ciò quale sarà la forza dell'esercito; io confido in esso per disperdere la forza dei nemici.
      L'IMPERATORE. È la prima volta che io godo un simile colpo d'occhio; un tale esercito vale il doppio del suo numero.
      IL GENERALE IN CAPO. Non ho nulla da dire della sinistra; valorosi eroi difendono la rocca massiccia. Quel picco di granito, luccicante d'armi protegge il passaggio importante della stretta. Là, io lo prevedo, verranno imprevidenti a rompersi nel sanguinoso conflitto le forze nemiche.
      L'IMPERATORE. Eccoli che si avanzano laggiù, quei falsi alleati che mi chiamavano zio, cugino e fratello e che fatti sempre più arditi nei loro feudi tolsero allo scettro la sua forza, il credito al trono, indi, divisi fra di loro, devastarono l'impero, ed, ora riuniti, si sono sollevati contro di me! La moltitudine ondeggia indecisa, e finisce per andare dove il torrente la trascina.
      IL GENERALE IN CAPO. Uno dei tuoi fidi, mandato ad esplorare, scende a gran passi dalla montagna. Ah! che la sorte gli sia propizia!
      PRIMO MESSO. Con destrezza e coraggio usammo le arti nostre e siamo riusciti ad insinuarci qua e là, ma ne abbiamo ricavato poco profitto. Molti sono disposti a giurarti omaggio e fedeltà, come già fanno le tue truppe, ma non scorgiamo in tutto ciò che un pretesto per ottenere una tregua e suscitare un fermento interno, e lo scompiglio nel popolo.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358