L'IMPERATORE. Il principio dell'egoismo non è né la riconoscenza né la simpatia, né il dovere, né l'onore, ma bensì la conservazione di se stessi. Eh! non pensate forse, quando la misura è colma, che l'incendio del vicino può consumarvi?
IL GENERALE IN CAPO. Ecco il secondo messo; egli scende a lenti passi, stanco e spossato; egli trema da capo a piedi.
SECONDO MESSO. Dapprima abbiamo scoperto con vivo contento un gran parapiglia. Repentinamente, inaspettato si avanza un nuovo imperatore. Sui sentieri che percorre la moltitudine si slancia dalla pianura; tutti seguono i menzogneri stendardi che sventolano: proprio come le pecore.
L'IMPERATORE. Un imperatore rivale si avanza per mio vantaggio; ora, per la prima volta, io sento che sono imperatore. Mi sono messo l'assisa del soldato, ed eccomene rivestito per grandi disegni. In ogni festa, in mezzo alla pompa ed allo splendore, una cosa sola mancava a me: il pericolo. Voi tutti mi avete consigliato i giuochi cavallereschi; il mio cuore batteva, non sognavo che tornei, e, se non m'aveste sviato dalla guerra, un'aureola di gloria cingerebbe già la mia fronte. Dall'istante in cui mi vidi laggiù nell'impero del fuoco, ho sentito nel mio petto il marchio dell'indipendenza; l'elemento mi assalse con tutti i suoi orrori; non era che un'illusione, ma un'illusione sublime. Ho sognato confusamente vittoria e fama. Io riprendo ciò che ho indegnamente trascurato. (Gli Araldi partono per recarsi a provocare il pseudo Imperatore.)
(Faust coperto di un'armatura, colla buffa calata, e seco i tre Campioni equipaggiati e vestiti come fu detto.
| |
Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
|
|
Gli Araldi Imperatore Faust Campioni
|