Coi loro elmi, armature, spade e scudi, essi formarono un muro dietro di noi aspettando il segnale per combattere. (Con voce bassa agli iniziati.) Da dove proviene ciò non me lo chiedete. In fede mia non ho perduto il mio tempo; ho saccheggiato tutte le sale d'armi dei dintorni. Essi stavano là ritti, a cavallo; si sarebbe creduto ch'essi erano sempre i signori della terra. Un tempo cavalieri, re, imperatori ed ora gusci vuoti di gamberi, dentro ai quali più di uno spettro si è cacciato risuscitando così il medio evo. Qualunque siano i diavoletti che vi si sono cacciati dentro, per questa volta essi non mancheranno di fare il loro dovere. (Forte.) Ascoltate come si irritano e s'urtano producendo un rumore metallico! Sui tuoi stendardi sventolano bandiere lacere e cenciose che sospiravano un soffio d'aria pura. Pensate esservi qui un popolo antico ben preparato, e che prenderebbe volontieri parte al moderno combattimento. (Bande clamorose ed assordanti dall'alto; gran confusione e disordine nell'esercito nemico.)
FAUST. L'orizzonte si è coperto; solo qua e là splende una luce rossastra e che presagisce grandi cose. Le rocce, il bosco, l'atmosfera, il cielo intiero, tutto si confonde.
MEFISTOFELE. L'ala destra si mantiene salda e ferma, ma io scorgo nella mischia, sorpassando tutti, Hans Raufebold, il gigante spedito, vivamente occupato a picchiare secondo il piacer suo.
L'IMPERATORE. Sulle prime non ho veduto che un sol braccio ad alzarsi; ora ne vedo già una dozzina che battagliano.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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Forte Ascoltate Bande Hans Raufebold
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