Pagina (314/358)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Vedi ora quel torrente sul quale ondeggia l'arcobaleno; dapprima esso si ripiega sullo spianato della roccia, gorgoglia e spumeggia da ogni parte, e si getta gradatamente nella valle. A che pro una valorosa, un'eroica resistenza? La possente onda si slancia per sommergerli; io stesso sono spaventato da questo spaventevole scompiglio.
      MEFISTOFELE. In quanto a me, non vedo questo rovinìo d'acque; gli occhi umani soli possono essere ingannati in simile modo, e la strana avventura mi diverte assai. Queste acque rovinano giù in masse trasparenti. Gli imbecilli credono di annegarsi mentre respirano liberamente sulla terra ferma e corrono nel modo più ridicolo con gesti da nuotatori. Ora poi la confusione regna in ogni luogo. (I corvi sono ritornati.) Io parlerò del vostro operato al re nostro signore, ed ora se volete fare un colpo da maestro, volate premurosamente verso l'ardente fornace dove il popolo pigmeo batte senza posa il metallo e la pietra finché se ne levino vivissime scintille. Chiedete loro con belle e dolci parole, un fuoco che splenda, scintilli e fiammeggi un fuoco tale che a stento si possa immaginare. Lampi di calore in lontananza, stelle cadenti guizzanti colla rapidità dello sguardo, ciò si vede in ogni notte d'estate; ma folgori tra i secchi cespugli, ma stelle guizzanti sul suolo umido, è quanto non si può trovare così facilmente. Suvvia, senza insistere troppo, pregate dapprima e poscia comandate. (I corvi partono e quanto fu detto succede appuntino.)
      Avvolgere il nemico di profonde tenebre, rendergli incerto ogni passo, circondarlo di fuochi fatui, abbagliarlo con un repentino splendore, tutto questo è magnifico; ma ci occorre ancora un rumore assordante che getti lo spavento.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358