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      Tu hai già raccolto moltissime cose, eppure non hai messo nel sacco nulla che valga. Lascia stare tutti questi orpelli e prendi una di queste cassette! Dentro c'è il soldo destinato all'esercito; sono piene zeppe d'oro.
      EILEBEUTE. Il loro peso è enorme! Non posso sollevarla, non posso portarla.
      HABEBALD. Su presto, chinati! curva le spalle, e io la carico sul tuo dorso.
      EILEBEUTE. Oi! oi! sono spacciata. (La cassetta batte sul terreno e va in pezzi.)
      HABEBALD. Che bel mucchio di zecchini! Presto, all'opera, e muovi le mani.
      EILEBEUTE (accosciandosi). Presto nel grembiale! Ne avrò ad ogni modo abbastanza.
      HABEBALD. Basta così! Fa presto, sbrigati dunque! (Eilebeute rizzasi in piedi.) Misericordia! il grembiale si è sfondato! Ad ogni tuo passo, tu spargi l'oro a profusione.
      I LANZI (del nostro Imperatore). Che fate voi qui nel santuario? Che frugate voi nel tesoro imperiale?
      HABEBALD. Abbiamo messo in pericolo la nostra vita e prendiamo la nostra parte del bottino nelle tende del nemico, secondo l'usanza; noi siamo soldati.
      I LANZI. Soldato e mariuolo non è cosa consueta. Colui che sta a fianco del nostro imperatore deve essere un soldato onesto.
      HABEBALD. Onestà! la conosciamo benissimo; essa si chiama contribuzione. Voi zoppicate tutti d'un piede: date qua, canaglia! ecco la parola d'ordine del mestiere. (A Eilebeute.) Fuggi e porta via il tuo gruzzolo! Non siamo ospiti benvenuti qui! (Escono.)
      PRIMO LANZO. Dimmi un po', perchè non hai tu schiaffeggiato quell'insolente mariuolo?
      SECONDO LANZO. Non lo so; mi mancò il coraggio: essi avevano una cert'aria da fantasmi.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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