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      ) Tu, sei tu Filemone il cui nerboruto braccio strappò il mio tesoro ai flutti furiosi? Il vivo chiarore del vostro faro, l'armonioso tintinnio della vostra campana posero un termine alla mia crudele sciagura. Ed ora lasciate che io m'avanzi, che io contempli il mare infinito; lasciate che io mi prostri e preghi, perché il cuore mi si spezza! (Si avanza verso la spiaggia.)
      FILEMONE (a Bauci). Là presto ad apparecchiare la tavola nel giardinetto, nel luogo più allegro e fiorito. Lascialo pur correre e spaventarsi, perchè egli non può certo credere a ciò che vede. (Si dà a seguirlo.)
      FILEMONE (sulle tracce del viaggiatore). Ciò che vi maltrattò in altri tempi con furore, flutti accavallati su flutti, spumanti, irrefrenabili, lo vedete convertito in un giardino, che vi dà l'idea di un paradiso. Giunto alla vecchiezza, le mie membra si anneghittirono; non ero più come altre volte, sempre pronto a portar soccorso alla gente, e, mentre le forze mi abbandonavano le onde si ritirarono. I robusti famigli di saggi padroni scavarono fosse, alzarono argini, respinsero i diritti del mare per diventare sovrani in sua vece. Guarda intorno, vi sono prati, pascoli, giardino, villaggio e boschi. Ora vieni a godere il delizioso spettacolo, perchè il sole ci abbandonerà fra poco. Eppure si scorgono in lontananza delle vele! esse cercano per la notte un asilo sicuro; - gli uccelli conoscono il loro nido, - perché ora vi è un porto laggiù. Così puoi contemplare nell'ampio orizzonte, prima la fascia azzurra del mare, e a destra ed a sinistra ed in giro, uno spazio in cui di giorno in giorno crescono e si affollano gli abitatori.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Filemone Bauci