Andiamo a suonare la campana, ad inginocchiarci e ad abbandonarci con ferventi preghiere alla santa custodia del Dio antico.
Un palazzo. Parco spazioso: canale navigabile
FAUST, cadente per età, va passeggiando soprapensieri.
LINCEO (guardiano della torre, parla colla tromba marina). Il sole tramonta, le ultime navi entrano sollecite nel porto. Una gran lancia sta per arrivare qui sul canale; i pennoncelli di vari colori ondeggiano allegramente; gli alberi si alzano in tutta la loro magnificenza; il pilota è giubilante pensando a te a cui tutti augurano la felicità per lunghi anni. (S'odono i rintocchi della campanella sulla duna.)
FAUST (infuriato). Maledetto scampanìo, che mi ferisce vergognosamente nel cuore come un colpo di fucile nei cespugli! Il mio regno si stende dinanzi a me senza confini, e consentirò io che il nemico mi derida alle spalle, e mi rammenti con questa invidiosa campana che il mio territorio è illegittimo! Lo spazio occupato dai tigli, quella scura capannuccia, e la cappella coperta di muschio, non mi appartengono. Se per distrarmi, voglio rivolgere i miei passi verso quella parte, mi sento preso da uno strano spavento. Dure spine mi feriscono gli occhi, e spine trafiggono i miei piedi. Ah! fossi io ben lontano di qui!
IL GUARDIANO DELLA TORRE (parlando colla tromba marina come sopra). Oh! come la variopinta lancia viene sollecita ed allegra verso di noi, spinta dalla brezza della sera! Essa è tutta ingombra di casse, di forzieri e di sacchi! (Compare una lancia magnifica ed elegante, con carico ricco e svariato di prodotti dei paesi lontani.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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Dio Compare
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