) L'immenso gorgo si spalanca; le vampe traboccano fuori a torrenti, ed il mio sguardo vede attraverso a densi vapori il ribollire continuo della città del fuoco. L'incendio ondeggia, tuona e sibila. I dannati sperando il perdono si alzano nuotando fino all'orlo della voragine emettendo urla e rantoli orribili. Ma essa si rinchiude e li stritola, ed essi allora scendono il doloroso sentiero gridando e gemendo. Oh! quanti sono i dolori in quest'andito in cui mi tuffo! Oh! quante onde infuocate e quanti martiri in breve margine! Voi fate veramente bene a destare un vivo sgomento nell'animo dei peccatori che chiamano tutto ciò menzogne e gherminelle. (Ai diavoli corpacciuti dal corno breve e dritto.) E voi, melensi dalla gran ventraja, dalle gole tumide, o porci stupidi, grassi per il soverchio cibo di bitume e di zolfo! o vive fiaccole il cui grosso collo s'incaverna nelle spalle, non tralasciate di spiare laggiù, perché se qualche cosa splende, scintilla, fuma, od un palpito di fosforo vi si palesa, è l'anima, intendete! Psiche è colei che batte le ali, raggiante farfalla, aggraziata fanciulla; incarnate in essa le vostre ugne, ed essa sarà repentinamente un lurido verme. Io voglio segnarla col mio incancellabile marchio: indi si corra intorno ad essa in mezzo ai turbini di fiamme! E voi, ventracci, otri, infocate il fondo della voragine e sorvegliate bene, è vostro dovere. Se l'anima si trova là dentro, lo si saprà forse un giorno. Ma l'umbilico mostrerà ch'essa si trova bene laggiù. Olà! ora siate guardinghi e badate che non esca dalla fessura.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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