PATER SERAPHICUS (regione media). Qual nebbia porporina ondeggia in mezzo ai rami degli abeti? Ah! il core ben lo indovina: sono queste le beate schiere dei fanciulletti portate dal desio della viva luce; il giovine coro degli spiriti eletti!
CORO DI FANCIULLI BEATI.
Dinne, chi siamo? o a qualeParte drizzato, o padre, è il nostro volo!
Felice ed immortale
È ognun di noi; che soloDell'esser nostro vaghi,
Nulla ha il mondo oggimai che più n'appaghi!
PATER SERAPHICUS. Usciti appena alla luce del giorno, saliti al cielo dal grembo della madre a mezzanotte, ed aggiunti alle schiere degli angioletti; sentite voi dunque l'appressarsi di un Ente pieno d'amore? Andategli incontro e che il vostro cuore non sia turbato dal timore, o voi felici fanciulli morti innanzi tempo. Voi, affatto ignari dei guai della terra, scendete tutti nelle mie pupille e mettetevi a contemplare questa regione dal luogo dove più vi aggrada! Ecco dinanzi a voi montagne e piante; eccovi rupi coperte di neve; ecco un torbido torrente che spumando affretta il suo corso per aspri dirupi.
I FANCIULLI BEATI (dal fondo del suo cervello).
Bello a veder, ma di mestizia pieno
Luogo ne pare orribile, selvaggio!
Trema di freddo e di paura il seno;
O buon padre, ne dà che il bel viaggio
Ricominciam per l'etere sereno!
PATER SERAPHICUS (ridonando ai pargoli il volo). Andate verso più sublimi vertici fino ai cerchi estremi della luce, crescete sempre attoniti del come, ignoto a tutti, come avviene fra i celesti. Andate sempre più rapidi per l'azzurrino vuoto attratti dalla somma virtù della divinità che è pascolo dell'anima! essa è colei che vaga nell'etere; essa è colei che apprende i santi pensieri alle menti ottuse dei mortali; essa è colei che sola prepara la tazza nella quale si diffonde l'estasi del primo vero.
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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358 |
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Ente
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