Non v'è dubbio che chi piglia le mosse da una idea ha il diritto di inorgoglirsi di aver saputo concepire un principio; egli si riposa fiduciosamente nella certezza che sarà per trovare nei fatti isolati tutto ciò che ha segnalato nel fatto generale. Un uomo in tal condizione ha pure quel bene inteso orgoglio che proviene dal sentimento delle sue forze, e non c'è da meravigliare se egli non cede nulla dei suoi vantaggi, e protesta contro quelle insinuazioni che tenderebbero ad abbassare il suo genio per esaltare quello del suo avversario.
Ma ciò che rende malagevolissimo qualsiasi ravvicinamento si è che il Cuvier, il quale non si occupa che di risultamenti tangibili, può ad ogni volta mettere avanti le prove di ciò che asserisce, senza presentare ai suoi uditori quelle nuove considerazioni che in sulle prime paiono sempre strane; perciò la maggior parte del pubblico, o anche tutto quanto il pubblico si è messo dalla sua parte: mentre il suo rivale si trova solo e separato da quelli stessi che partecipano alle sue opinioni, perchè egli non se li sa attirare. Sovente già si è veduto questo antagonismo nella scienza, e il medesimo fenomeno si deve riprodurre sempre, perchè gli elementi opposti che lo costituiscono si sviluppano con una forza eguale e determinano una esplosione ogni qual volta si trovano in contatto.
Il più delle volte la cosa avviene fra uomini che appartengono a popoli differenti, che sono lontani l'uno dall'altro per la loro età e per la loro posizione sociale, i quali, col reagir l'uno sull'altro, menano una rottura di equilibrio.
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Cuvier
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