Allora riposi i libri in disparte per rivolgermi alla natura. Scelsi uno scheletro di quadrupede, essendo la stazione orizzontale meglio caratteristica, e mi misi ad esaminarlo pezzo per pezzo procedendo dallo avanti allo indietro.
L'osso intermascellare fu quello che mi colpì il primo; e gli tenni dietro in tutta la serie animale; ma questo studio svegliò in me altre idee. La affinità della scimmia coll'uomo dava luogo a riflessioni umilianti, e il dotto Camper credeva di aver segnalato una differenza importante dicendo che la scimmia aveva un osso intermascellare superiore il quale mancava nell'uomo. Io non saprei dire quanto mi riuscisse cosa penosa il trovarmi in opposizione con un uomo al quale andavo debitore di tanto, al quale mi sforzavo di raccostarmi per proclamarmi suo allievo e imparare tutto da lui. Chi volesse cercare di farsi un'idea di quel mio lavoro lo troverà nel vol. XV degli Atti di Bonn. In quell'ultimo periodico si troverà la memoria, accompagnata da tavole che rappresentano le diverse modificazioni che sopporta questo osso nei vari animali; per lungo tempo i disegni secondo i quali furono eseguite rimasero nascosti nelle mie cartelle, e vi sarebbero ancora senza la benevolenza colla quale fu accolto quel piccolo lavoro.
Ma prima di aprire questo volume, il lettore mi permetterà che io gli esponga una riflessione, una confessione, la quale, sebbene sia senza conseguenza, potrà tuttavia essere giovevole ai nostri nepoti: ed è che, non soltanto nella gioventù, ma anche nell'età matura, l'uomo che ha concepito una idea feconda e razionale, prova il bisogno di farla conoscere, e di vedere gli altri partecipare ai suoi concetti.
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Camper Atti Bonn
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