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      La struttura dell'antibraccio umano, la sua articolazione col corpo, le meraviglie che ne risultano, sono generalmente conosciute; tutti gli atti della intelligenza vi si riferiscono più o meno. Guardate in seguito gli animali carnivori; i loro artigli non valgono ad altro e non fanno altro che ghermire una preda, e, tranne una certa tendenza a trastullarsi, tutti questi animali sono subordinati al loro osso intermascellare, sono schiavi dei loro organi masticatori. Nel cavallo, le cinque dita sono avvolte in una sostanza cornea, e noi le vediamo cogli occhi della mente, anche quando la mostruosità non ci venisse a dimostrare che lo zoccolo è divisibile in cinque dita. Questo nobile animale non ha bisogno di fare grandi sforzi per impadronirsi del suo cibo Una prateria fresca e ariosa è il teatro nel quale si abbandona a tutto il capriccio delle sue corse vagabonde, e l'uomo sa sfruttare queste disposizioni per soddisfare i suoi bisogni o farlo contribuire ai suoi piaceri.
      L'antibraccio, attentamente esaminato nei diversi ordini dei mammiferi, è tanto più perfetto quanto più agevolmente si compiono in esso la supinazione e la pronazione. Molti animali hanno questa facoltà in un grado più o meno elevato; ma siccome adoprano l'antibraccio nella stazione e nella progressione, questo rimane in pronazione, e il radio si trova all'interno, dalla parte del pollice al quale è intimamente unito. Quest'osso, che racchiude il centro di gravità del membro, si ingrossa sotto l'azione di certe circostanze, e finisce per rimanere solo al posto che occupa.


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Principi di filosofia zoologica e anatomia comparata
di Johann Wolfgang Goethe
Editore Perino Roma
1885 pagine 87