Non sono gli uomini che fanno le più belle scoperte, ma bensì le fa il tempo; le grandi cose sono state compiute nella medesima epoca da due o più pensatori contemporaneamente. Se noi dobbiamo una immensa gratitudine alla società e ai nostri amici, tanto più ancora dobbiamo essere grati al mondo e al tempo, e veramente non riconosceremo mai abbastanza quanto siano necessari per tenerci sulla buona strada e farci progredire gli aiuti, gli avvisi, i ragguagli e le contraddizioni.
Nelle scienze bisogna tenere una condotta opposta a quella che tengono gli artisti. Questi hanno ragione di non lasciar vedere i loro lavori fino a che non siano terminati, perchè difficilmente potrebbero trar partito dai consigli che a loro verrebbero dati, o giovarsi degli aiuti che loro verrebbero offerti. Compiuto il lavoro, devono darsi molto pensiero della lode e del biasimo, meditarne le cause per combinarle colle loro osservazioni personali, e prepararsi, formarsi prima d'accingersi a un nuovo lavoro. Giova invece nelle scienze il comunicare al pubblico un'idea che nasce, un nuovo esperimento che si affaccia, e non costruire l'edificio scientifico se non che quando il disegno e i materiali ne sono stati universalmente conosciuti, apprezzati e giudicati.
Lo studioso che ripete a bella posta le osservazioni, fatte da altri prima o simultaneamente, che riproduce dei fenomeni prodottisi artificialmente o a caso, fa ciò che si dice uno esperimento.
Il merito di un esperimento semplice o complicato, è che esso si possa ripetere ogni qualvolta si avranno riunite le condizioni essenziali mercè un apparecchio noto, maneggiato secondo certe regole, colla abilità necessaria.
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