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      Nello intendimento di segnalare la imminenza del pericolo e fermare l'attenzione del lettore, io non rifuggirò dallo arrischiare un paradosso, col sostenere che uno esperimento, od anche parecchi esperimenti messi in rapporto fra loro, non provano assolutamente nulla, e che è cosa pericolosissima il voler confermare colla osservazione immediata una qualsiasi proposizione. Havvi di più: l'ignoranza degli inconvenienti e della insufficienza di un così fatto metodo è stata la causa dei più grandi errori. Io mi spiegherò più chiaramente per purgarmi del sospetto che io abbia voluto soltanto avere la originalità in mira.
      L'osservazione che voi fate, lo sperimento che la conferma, non sono per voi che una nozione isolata. Riproducendo parecchie volte questa nozione isolata, voi la trasformate in certezza. Due osservazioni sullo stesso argomento vengono a vostra conoscenza; esse possono essere collegate strettamente fra loro, ma possono anche parere assai più che realmente non siano. Perciò l'uomo è consuetamente indotto a credere la loro connessione più intima che non sia in effetto. Ciò è conforme alla natura dell'uomo; la storia della mente umana ce ne dà esempi a migliaia, e io so per mia propria esperienza di aver sovente errato in tal modo.
      Questo difetto ha molta relazione con un altro, di cui è il prodotto. L'uomo si compiace della rappresentazione di una cosa più che non della cosa istessa; o, per parlare più esattamente, l'uomo non si compiace in una cosa, so non che in quanto se la rappresenta, e combina colla sua maniera di vedere; ma per quanto egli sollevi la sua idea al disopra di quelle del volgo, per quanto la purifichi, essa non è mai altro che un tentativo infruttuoso per stabilire fra parecchi oggetti delle relazioni che, in verità, si possono afferrare ma che, a parlare propriamente, non esistono fra di essi.


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Principi di filosofia zoologica e anatomia comparata
di Johann Wolfgang Goethe
Editore Perino Roma
1885 pagine 87