Come già ho dovuto notare, una particolareggiata descrizione del modo di comportarsi del prolungamento nervoso nelle diverse categorie di cellule gangliari, non può essere convenientemente data che nel fare lo studio delle singoli regioni del sistema nervoso centrale cui le cellule appartengono; siccome poi non si può ancora asserire che vi siano dei caratteri assolutamente generali, cioè che si applichino senza eccezione a tutte le cellule nervose centrali, così credo utile prendere a base della descrizione le cellule della corteccia cerebrale, le quali, evidentemente, per quantità ed importanza hanno una grande prevalenza sulle altre.
Nella corteccia cerebrale, sottoposta alla reazione chimica accennata, si può rilevare che, almeno nella grande maggioranza delle cellule gangliari, il prolungamento nervoso ha un modo di comportarsi notevolmente diverso da quello descritto da Deiters e dagli altri osservatori, che asserirono d'aver constatati, per altre categorie cellulari, i fatti descritti da Deiters.
Spiccatosi esso o direttamente dal corpo cellulare, e in generale da quella superficie di esso che volgesi verso la sostanza bianca (base delle forme piramidali), ovvero dalla radice di uno dei grossi prolungamenti protoplasmatici emananti dalla ora detta superficie della cellula, dal punto di emersione fino alla distanza di 20-30µ va gradatamente assotigliandosi fino a divenire esile filamento, conservandosi però semplice, di solito rettilineo, regolare, liscio. Alla distanza accennata spesso presenta una lieve tortuosità, di poi talora mantiensi per qualche tratto ancora semplice, più frequentemente subito dopo la tortuosità cominciano ad emanare dei filamenti laterali; e tal fatto dell'emanazione di rami laterali continua, a tratti abbastanza regolari, fin dove la riescita della reazione nera permette di seguire il prolungamento.
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