Durante questo tragitto poi, i rami protoplasmatici già descritti, tanto i più fini (di 3.° o 4.° ordine) che i più grossi (di 1.° o 2.° ordine), emettono continuamente dei ramuscoli, i quali, a differenza dei primi, si ramificano e decorrono in modo affatto irregolare, portandosi in tutte le direzioni ed occupando gli interstizii lasciati liberi dai grossi rami.
Nelle ramificazioni protoplasmatiche di ogni singola cellula si potrebbe quindi distinguere 1.° un sistema fondamentale di rami, che mostrano tendenza a portarsi direttamente verso la superficie dello strato molecolare, con direzione più o meno perpendicolare alla superficie stessa; 2.° un sistema secondario di fine ramificazioni che assumono le più svariate direzioni e decorrono affatto irregolarmente.
Da tutto questo complicato sistema di ramificazioni, risulta che allorquando la reazione nera è perfettamente riescita, lo strato molecolare in tutta la sua estensione appare occupato da un fitto intreccio di fili. L'impressione che si ha allorquando si fa l'esame con deboli ingrandimenti è che si tratti di una rete, ma un esame accurato con ingrandimenti maggiori (anche soltanto di 300 diametri) ne fa accorti trattarsi invece di un intreccio fitto e complicato, del quale soltanto con figure credo si possa dare un'idea prossima al vero (Veggansi specialmente le Tav. VI.ª e VII.ª).
Ciò che sopratutto, circa il modo di comportarsi dei prolungamenti protoplasmatici, io voglio far rilevare, è che essi assolutamente non danno origine a fibre nervose, nè direttamente, nel modo descritto da Hadlich ed Obersteiner, nè indirettamente (col decomporsi in una fitta rete matrice di fibre nervose) come venne asserito da Boll, che disse d'aver osservato la trasformazione dei prolungamenti protoplasmatici in fibre nervose, la qual cosa evidentemente non era che una semplice sua congettura od arbitraria interpretazione.
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Veggansi Tav Hadlich Obersteiner Boll
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