Nella letteratura istologica adunque, nulla troviamo che debba essere riferito ad illustrazione di questo argomento. Nè ciò può far meraviglia, giacchè i mezzi di osservazione che finora vennero e sono tuttora messi in opera dagli istologi per lo studio dell'origine centrale dei nervi, sono ben lontani dal poter soddisfare allo scopo. I risultati che invece io ho potuto ottenere, li devo all'applicazione dei delicati metodi della colorazione nera, dei quali ho più volte fatto parola, metodi però, che per questo caso speciale ho dovuto opportunamente modificare. Tali risultati permettono di formulare alcune deduzioni che, come si vedrà, includono la conferma di alcune fra le conclusioni formulate nei precedenti capitoli.
Nella disposizione e rapporti delle diverse parti che entrano a formare i lobi olfattori, v'ha perfetta corrispondenza nelle diverse specie di mammiferi, non escluso l'uomo, sebbene in questo, stando alle apparenze, tanto grandi siano le differenze in confronto alla maggioranza degli altri mammiferi. Tutto si riduce al diverso grado di sviluppo delle varie parti ed a poche altre secondarie modificazioni.
Pertanto, come base di studio e tipo per la descrizione dei rapporti del tractus e della struttura dei lobi olfattori, è utile valersi del cervello di qualche animale in cui le parti in questione abbiano un mediocre sviluppo; ad esempio il cervello del gatto e del coniglio. I soggetti giovani (dall'età di 15 giorni a 1 o 2 mesi) sono di gran lunga più adatti degli adulti.
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