Le prime osservazioni pubblicate da Virchow su questo argomento risalgono al 1846(26). Per altro, in questa occasione egli non si occupava che delle pareti dei ventricoli. Dagli anatomici era allora generalmente ammesso, che nei ventricoli del cervello non esiste una speciale membrana, ma soltanto un rivestimento epiteliare, ad immediato contatto delle fibre nervose disposte orizzontalmente; all'incontro i patologi, avendo osservato come nelle pareti dei ventricoli si producono forme infiammatorie analoghe a quelle che avvengono nelle sierose, inclinavano ad ammettere che i ventricoli sono rivestiti da una membrana speciale. Virchow dimostrò non esistere precisamente una membrana distinta dal tessuto nervoso, ma esservi al di sotto dell'epitelio uno strato di puro tessuto connettivo, il quale, approfondandosi, passerebbe gradatamente nel tessuto nervoso.
Alcuni anni più tardi il medesimo osservatore esponeva decisamente l'idea(27) che una sostanza fondamentale di natura connettiva si trovi diffusa negli organi centrali del sistema nervoso, circondando e connettendo fra essi tutti gli elementi nervosi; e poichè tale sostanza avrebbe, secondo Virchow, caratteri affatto diversi da tutte le altre specie di tessuto connettivo, egli volle contraddistinguerla con un nome speciale, chiamandola cemento nervoso o nevroglia(28). Questa, secondo la descrizione che egli ne diede, si presenterebbe in forma di sostanza molle, amorfa o finamente granulare, nella quale starebbero disseminati, in quantità assai notevole, elementi cellulari di forma arrotondata o lenticolare, assai molli e fragili aventi un contenuto finamente granulare.
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