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      In proposito devono innanzi tutto essere ricordate le opinioni di Ranvier. Appoggiandosi al risultato di osservazioni fatte colla dilacerazione di pezzi di midollo spinale sottoposti all'azione dell'acido osmico (iniezioni interstiziali di soluzioni all'1 p %), fin dal 1873(34) egli asseriva «che la nevroglia del midollo spinale è composta di fibre di varia lunghezza, le quali fibre in alcuni punti presentano degli incrociamenti, a livello dei quali si trovano delle cellule generalmente appiattite». Gli elementi morfologici della nevroglia, sarebbero adunque, secondo Ranvier, rappresentati da semplici lamelle cellulari, non già continuantisi al loro contorno con una serie di prolungamenti, ma soltanto applicate in corrispondenza dei punti di incrociamento delle semplici fibrille connettive, formanti, a suo credere, la parte essenziale del tessuto interstiziale; la descritta continuazione dei corpi delle cellule in una serie di prolungamenti non sarebbe che effetto di illusione. La conclusione a cui, dopo questa descrizione, arrivava Ranvier «che così il tessuto connettivo del midollo rientra nello schema da lui stabilito del tessuto connettivo ordinario» non vale certo ad allontanare il dubbio che le preconcette opinioni sulla costituzione del tessuto connettivo ordinario non sia stato senza influenza nel fargli vedere le cellule della nevroglia nel modo testè indicato. È però necessario soggiungere che la stessa opinione da Ranvier venne di nuovo recentemente sostenuta coll'appoggio di nuovi argomenti e di altre più minute osservazioni(35). In tale lavoro egli riafferma che le cellule della nevroglia hanno forma di semplici lamelle situate nei punti di incrociamento delle fibre, e precisamente che le fibre, aventi sembianza di prolungamenti cellulari, possono essere seguite entro il corpo delle cellule medesime.


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Sulla fina anatomia degli organi centrali del sistema nervoso
di Camillo Golgi
pagine 300

   





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