Di fronte a fatti formulati con tanta precisione ed insistenza, io ho creduto di dover ripetere le osservazioni indicate da Ranvier, seguendo scrupolosamente le modalità di preparazione da lui indicate, ed ho verificato che l'immersione nell'alcool al terzo per 24 ore, poi lo scuotimento dei frammenti del tessuto (sostanza bianca del midollo spinale) nell'acqua contenente alcune goccie di picrocarmino, ecc., in realtà serve molto bene per l'isolazione degli elementi della nevroglia; per altro le stesse preparazioni, osservate anche coi migliori e più forti ingrandimenti che ora noi possediamo (Objettivi 1/12-1/10 ad immersione omogenena di Zeiss) assolutamente non mi hanno servito che a confermare le particolarità precedentemente descritte. I prolungamenti si presentano come una diretta emanazione dei contorni delle lamelle cellulari e molti di essi conservano fino a notevole distanza la forma appiattita; le loro suddivisioni, poi, si vedono bensì più frequenti in prossimità della loro origine (ed è in questi casi che da Ranvier si vorrebbe applicare la sua interpretazione, che si tratti di due vicini filamenti, circondati da un manichetto di protoplasma cellulare), ma molte volte si ramificano anche a grandi distanze, ed a grandi distanze le suddivisioni dello stesso prolungamento vanno ad inserirsi alle pareti dei vasi. Pertanto sorge spontaneo il dubbio che la descrizione di Ranvier non metta già in luce un'altrui illusione, bensì sia il risultato di una sua erronea interpretazione.
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