Alla superficie libera esiste uno strato continuo di cellule connettive appiattite, cellule pur provvedute di numerosi prolungamenti filiformi omogenei, che in parte sono diretti orizzontalmente, in parte penetrano perpendicolarmente nello spessore dello strato, prendendo parte alla formazione delle così dette fibre radiate, da cui lo strato molecolare è attraversato in tutta la sua larghezza. Nelle sezioni verticali delle circonvoluzioni, dall'insieme dei sottili corpi cellulari applicati a piatto alla superficie libera di esse e dei prolungamenti orizzontalmente disposti, risulta spesso una linea netta di demarcazione, linea che venne interpretata come espressione della sezione verticale di una membranella anista, applicata al limite periferico dello strato molecolare. Questa supposta membranella la si volle paragonare alla limitante ialoidea della retina; anzi, per accentuare l'analogia, venne pur designata col nome di membrana limitante delle circonvoluzioni cerebellari. Siccome intorno a questa supposta membrana ebbero luogo lunghe discussioni concernenti la sua significazione od i suoi rapporti, così dedicherò a questo argomento uno speciale cenno più avanti; per ora mi limito a confermare, che la natura cellulare di essa può essere facilmente dimostrata, non soltanto mediante le reazioni col bicromato e nitrato d'argento, ma anche coi comuni metodi della dilacerazione e dell'imbibizione carminica.
Dissi che le cellule connettive sono particolarmente numerose verso il confine profondo dello strato molecolare; qui infatti le troviamo abbondantissime, talora anche disposte in più ordini, in guisa che le cellule di Purkinje, nei preparati in cui la reazione del nitrato d'argento sugli elementi connettivi è ben riuscita, sono quasi nascoste dalla fitta siepe dei prolungamenti.
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Purkinje
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