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      - Intorno alla così detta membrana limitante parmi conveniente, poichè trattasi di particolarità che ha dato argomento a molte discussioni e ad interpretazioni diverse, aggiungere notizie alquanto più dettagliate di quanto ho fatto sopra.
      Il primo cenno dell'esistenza di una membrana limitante anista venne fatto da Bergmann. Egli rimarcava, dapprima nel cervelletto del gatto, poi in quello del cane ed in un cervelletto umano atrofico, che nella parte più esterna dello strato grigio si trovano numerose fibre analoghe alle fibre radiate della retina, le quali, in direzione perpendicolare colla superficie delle circonvoluzioni, attraversano lo strato molecolare ed uno strato chiaro esistente fra questo e la pia madre.
      Tali fibre, secondo egli le descriveva, prima di arrivare alla pia madre, si rigonfiano a forma di cono e costituiscono colle rigonfiate estremità una membrana anista, la quale ricorda la limitante interna della retina. Hess confermava più tardi l'esistenza delle fibre di Bergmann, ma non riusciva a convincersi dell'esistenza della membrana anista. Schultze, nel lavoro pubblicato nel 1863 intorno alla struttura della corteccia del cervelletto, asserì d'aver confermata l'esistenza tanto delle fibre radiate, quanto della membrana anista, la quale, d'accordo con Bergmann, egli ritenne costituita dalla fusione delle ingrossate estremità delle fibre radiate, che in essa membrana si inseriscono. Tanto Bergmann, quanto Hess e Schultze, considerarono la membrana limitante come lo strato più interno della pia madre.


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Sulla fina anatomia degli organi centrali del sistema nervoso
di Camillo Golgi
pagine 300

   





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