Fu appunto nell'intento di ottenere maggior sicurezza e precisione nei risultati, che io andai in traccia di spedienti in uno od in altro senso modificanti il metodo; fra la serie di spedienti da me tentati, metterò in nota i seguenti, come quelli che in qualche modo mi hanno recato un certo vantaggio.
a) Injezioni di bicromato (soluzione al 2½ per cento). Devono essere abbondanti ed insistenti, in guisa che tutto il parenchima della parte che si vuole studiare sia diffusamente ed uniformemente infiltrato dal liquido indurante. - Il poter fissare col reattivo gli elementi, possibilmente quando non abbiano subita alcuna alterazione cadaverica, è veramente condizione di essenziale importanza per ottenere reazioni delicatissime. L'effetto della injezione è, innanzi tutto, di dare uniformità all'indurimento, poi di impedire che nelle loro parti interne i pezzi, per avventura, subiscano un po' di alterazione cadaverica ed infine quello di abbreviare il periodo di immersione nel bicromato.
Argomentando da alcune reazioni veramente ottime otterrete in seguito a questo trattamento, devo ritenere che l'injezione, sotto quei diversi riguardi, riesca in realtà di vantaggio notevole. - Alcune altre prove, nelle quali però non ho molto insistito, mi hanno lasciata la convinzione che un'influenza favorevole nello stesso senso venga esercitata coll'injettare non una semplice soluzione di bicromato, ma una soluzione di bicromato con gelatina (soluzione di bicromato al 2½ per cento, 100 c.c.; gelatina secca, da sciogliersi colle modalità ben note nella tecnica, 5 o 6 grammi). - Tale injezione parmi che più specialmente serva a far acquistare in minor tempo ai pezzi quella speciale qualità di indurimento, che meglio si presta per ottenere le migliori reazioni col nitrato d'argento.
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Injezioni
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