Ricorderò, per dare un esempio, come in un caso, essendo la temperatura dell'ambiente da 15 a 20 gradi cent. (stagione autunnale), nel periodo che decorse dal 15° al 30° giorno dalla prima immersione nel bicromato, con pezzi previamente sottoposti a questo genere di trattamento, io abbia ottenuto reazioni graduate di finezza sorprendente.
L'iniezione si pratica colle modalità ordinarie (con semplice siringa o mediante un apparecchio a sifone, nel quale la pressione sia graduata col variare il livello del recipiente contenente il liquido che si vuole injettare) o dalla carotide se si vuole limitare l'indurimento al cervello e cervelletto, o dall'aorta, se si desidera che il liquido arrivi diffusamente e in abbondanza anche nel midollo spinale.
È superfluo il dire che se injettasi la soluzione di bicromato con gelatina, il materiale dovrà essere adoperato ad una temperatura nella quale esso rimanga liquido. In questo caso è più che mai importante di praticare l'injezione ad animale appena ucciso e possibilmente prima che i tessuti siansi raffreddati. Questa è condizione indispensabile per ottenere injezioni delicatissime e diffuse.
Dopo l'injezione, le parti degli organi nervosi, estratti dalla rispettiva cavità e suddivise in pezzetti, vengono, come di solito, collocate nella soluzione di bicromato ove devono essere conservate con cure, secondo i precetti precedentemente esposti. Il trattamento successivo corrisponde in tutto a quello già descritto.
b) Indurimento col bicromato in ambiente a temperatura costante.
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Indurimento
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