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- Ma l'articolo di chi è? È vostro?.. Allora siete voi l'autore di queste belle frasi.... rispose la voce calma che aveva già una volta parlato al redattore.
Era un'impertinenza bell'e buona, e tutti pensarono che il colpevole era bell'e trovato. Ci fu un movimento nella sala; l'amministratore si avvicinò al gruppo, il redattore si alzò sulla punta dei piedi, col desiderio di gettare, al disopra delle teste degli operai, un'occhiata sulla faccia di colui che aveva parlato. I1 gruppo dei compositori si era un po' diradato, e davanti al redattore stava ora un robusto giovanotto in camiciotto bleu, dal volto butterato dal vaiuolo, contornato da ricci ribelli. Stava lì colle mani profondamente conficcate nelle tasche del suo calzone, fissando con indifferenza i suoi occhietti grigi e maliziosi sul redattore-capo, e sorrideva impercettibilmente nella sua barba bionda, tutta riccioli. Tutti lo guardavono: l'amministratore con le sopraciglia aggrottate; il redattore-capo con stupore e collera; l'impaginatore con un sorriso discreto; i compagni, con una soddisfazione mal dissimulata, mista a timore ed a curiosità.
- Siete dunque voi? domandò finalmente il redattore, mostrando a dito il compositore butterato, e strinse le labbra facendo una smorfia gravida di minaccie.
- Io... rispose l'altro con un sorriso particolarmente semplice ed offensivo.
- Ah!... Fortunatissimo!... Siete proprio voi?... E perchè avete aggiunto quelle parole, se è lecito chiedervelo?
- Ho forse detto che le avevo aggiunte? domandò il compositore e guardò i compagni.
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