- È lui, senza dubbio, Mitri Pàvlovitsc, disse l'impaginatore, indirizzandosi al redattore.
- Ebbene, son io.... ammettiamolo pure, acconsentì il compositore con una certa bonarietà. Poi fece un gesto di noncuranza con la mano, e sorrise di nuovo.
Tutti tacquero di nuovo. Nessuno si aspettava una confessione così pronta e così calma, e le cose imprevedute fanno sempre una certa impressione. Perfino l'ira del redattore si cambiò per un momento in stupore. Lo spazio si allargò ancora intorno all'operaio butterato, l'impaginatore si ritirò vivamente dietro la tavola, i compositori si scostarono maggiormente.
- L'hai fatto a bella posta, non è vero?... Con premeditazione? domandò l'amministratore sorridendo ed esaminandolo attentamente coi suoi occhi rotondi.
- Rispondete dunque! gridò il redattore, facendo un gran gesto col suo giornale tutto gualcito.
- Non gridate.... Non ho paura di voi.... Molta gente ha già gridato contro di me, ma non ne ho mai ricevuto nulla!...
E, negli occhi del compositore, si accese una piccola fiamma sfacciata.
- In fatti, continuò egli, cambiando posizione e rivolgendosi questa volta all'amministratore; è con premeditazione che ho aggiunto quelle parole.....
- Sentite? disse il redattore, indirizzandosi agli astanti.
- Ma che razza di pupazzo sei dunque? gridò l'amministratore, riscaldandosi ad un tratto. Capisci il torto che mi hai fatto?
- A voi, niente affatto... anzi, credo che abbia aumentata la vendita del giornale! In quanto al signor redattore... infatti.
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Mitri Pàvlovitsc
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