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      .. Lui, invece, no... Se tentasse di conversare col redattore? Dirgli «buona sera» ed intavolare una conservazione? Per incominciare, domandargli scusa dello scandalo, e poi parlare, ma così, in generale, della vita?..
      Il cappello del redattore appariva e scompariva sempre davanti agli occhi di Gvosdef, come se avesse voluto attirarlo, - e Gvosdef si decise: il redattore camminava, appunto in quel momento, solo, in uno spazio libero, lasciato per poco sgombro dalla folla. Camminava sulle sue gambe esili in un calzone chiaro, mentre girava la testa ora da un lato, ora dall'altro, guardando la gente coi suoi occhi da miope. Gvosdef gli si accostò e gli gettò un'occhiata amabile, spiando un momento favorevole per salutarlo, e, nello stesso tempo, era punto dall'acuto desiderio di sapere in qual modo il redattore lo avrebbe accolto.
      - Buona sera, Mitri Pàvlovitsc!
      Il redattore si voltò, sollevò leggermente il cappello con una mano, si acconciò gli occhiali sul naso con l'altra, riconobbe Gvosdef e si fece serio, serio.
      Ma questa circostanza non sconcertò affatto Nicola Gvosdef, - al contrario, si chinò con un'aria ancora più amabile verso il redattore ed esalando l'odore dell'acquavite che aveva bevuto, gli domandò a bruciapelo:
      - State facendo la vostra passeggiatina?
      Il redattore si fermò un istante; le labbra e le narici gli fremettero dal disgusto, e, con aria asciutta, gli buttò in faccia queste parole:
      - Cosa desiderate?
      - Io? Nulla! È così... Fa bel tempo oggi... Ed avrei piacere di parlare con voi di quell'affare.


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





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