Si cantava in coro e le voci di tenore arrivavano indistinte. A traverso il fogliame degli alberi si vedevano le stelle. Ogni tanto, un ramo si agitava e si sentiva un leggiero fremito di foglie.
- Ora verrà la rugiada... disse il redattore con tono prudente. Gvosdef trasalì e si voltò verso di lui.
- Che cosa avete detto?
- Dico che verrà la rugiada, - ed è poco sano.
- Ah! ah!
Ci fu un silenzio. Un grido risuonò sul fiume:
- Eh! dalla barca!
- Me ne vado, disse il redattore. A rivederci!
- E se bevessimo un po' di birra? propose bruscamente Gvosdef. Poi aggiunse con una risatina: Fatemi quest'onore!
- Scusatemi... non posso a quest'ora. E poi, è tempo, sapete... Gvosdef si alzò e guardò il compagno con aria di cattivo umore. Dmitri Pàvlovitsc si alzò pure e gli tese la mano.
- Dunque, non volete bere un po' di birra con me?.. Ebbene, che il diavolo vi porti!... terminò Gvosdef, rimettendosi il berretto in testa con un gesto assai brusco. - L'aristocrazia! Due per un copek! Ebbene, mi ubbriacherò da solo!...
Il redattore gli voltò bravamente le spalle, e si mise a risalire il suo sentiero, senza dir una sola parola. Quando gli passò davanti, ritirò la testa fra le spalle, come se si fosse aspettato di ricevere una mazzata. Gvosdef camminò a gran passi nella direzione opposta.
- Eh! là... dalla barca!... Diavoli!... Venite dunque!...
E l'eco spandendosi mollemente fra gli alberi ripetè:
- Unque!
L'ANGOSCIAAvendo finito le sue preghiere, Tihon Pàvlovitsc si svestì lentamente, e, grattandosi la schiena, si avvicinò al letto chiuso interamente da cortinaggi di cotonina a fiorami.
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Gvosdef Fatemi Pàvlovitsc Gvosdef Tihon Pàvlovitsc
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