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      A che ci prepariamo noi, se prendiamo la vita nuda nuda? Alla morte... Con che cosa andremo al cospetto del Signore? Ecco ciò che l'anima ci fa pensare: scuotiti dunque, o uomo, perchè la sua ora è sconosciuta... Signore, abbi pietà di noi!
      Tihon Pavlovitsc trasalì, fece il segno della croce e lanciò uno sguardo nell'angolo sul volto del Salvatore.
      Le ombre cagionate dal lampadario continuavano a tremolare su di esso; era così oscuro, così severo! Pareva pensare a qualcosa di grande e di penoso. Il mugnaio sentì un gran freddo nel petto. E se egli dovesse andare là subito... o domani... Sì, domani sarà morto d'un colpo. Ciò può accadere benissimo. Così, ad un tratto, senza malattia alcuna, cade, ed è morto...
      - Anna! grida Tihon Pàvlovitse; svegliati, Anna, svegliati un solo momento, per amor di Dio! Ecco quà un uomo che si tormenta, ed essa dorme!
      Ma la donna non ode, schiacciata dal sonno. Non avendo avuto alcuna risposta, Tikon Pavlovitsc si alzò, si vestì, e seguito sempre dal russare della moglie, uscì sul limitare della camera, vi rimase un momento, poi si diresse pian piano verso il giardino. Albeggiava. Una tenue striscia rosea, annunciante l'aurora, riposava sui lembi di una nuvola bleu scuro, immobile all'orizzonte. I platani ed i tigli ondeggiavano lievemente le loro cime: la rugiada cadeva a gocce invisibili.
      Un asino ragliava laggiù, in lontananza, e nel boschetto, dietro lo stagno, uno stornello fischiava melanconicamente. L'aria è fresca... E lo stornello è lieto di vivere.


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





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