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      - Ciò va male, malissimo, pensava. - Questa... una vita! Si vive come tutti gli altri e pare che tutto vada bene... Poi, accade ad un tratto che si facciano delle riflessioni, e tutto va a rotoli. Le idee assalgono in strano disordine la testa di un uomo che non è fatto per accoglierle, e gli sono tutte nuove, estranee e per nulla familiari. Ed egli rimpiange i giorni passati così tranquilli, quando tutto era così chiaro e definito.
      In altri tempi, dopo il thè della sera, seduto sul limitare della casa, Tihon Pàvlovitsc faceva leggere a suo figlio Mitka i racconti spaventevoli del Giro del mondo; e attorno ad essi stava la famiglia, la moglie, la figlia; e tutto era così calmo, familiare, caro al cuore. L'anima era chiara e tranquilla, non c'era da pensare a nulla.
      Qualche volta si trovava un'incisione importante: vi si vedevano degli alberi con foglie enormi, ben frastagliate; il fiume scorreva; lo spazio, le estensioni lontane non erano deserte e noiose come le nostre, le russe, ma erano invece così attraenti. E la famiglia ci discuteva su: «Ecco un buon posto per impiantarvi un mulino.» - Dopo aver parlato su quel tema, ci si affondava in qualcosa di molle e di caldo, come un letto di piume, e non si aveva più nemmeno la voglia di parlare. Vi si stava così bene che si sarebbe desiderato di rimanere sempre a quel modo, senza parlare e senza muoversi.
      Le tettoie, le brutte casuccie di Jamki, seminate sulla costa, apparvero da lontano. Parevano essere state gettate sulla terra alla rinfusa ed esservisi accovacciate, tristi e paurose, senza osare neppure di mettersi in linea dritta.


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





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