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      - Ma io mi dirigo alla stazione! pensò il mugnaio, quando, di dietro ad una collina, apparve la lunga fila dei pali telegrafici e l'angolo oscuro della casetta del guardiano, quasi sepolta nel cumulo di terra ammonticchiata attorno ad essa...
      - E se andassi in città? In quanto al cavallo, lo rimanderei a casa con qualcuno della stazione... Ah, sì! Sono andato dal maestro di scuola e gli ho parlato! Ah! ah! il maestro!... Quando si tratta d'insegnare agli altri, tutto va bene, ma impara un pò a conoscere te stesso, capisci ciò che ti sta d'intorno, come e perchè. Se l'anima mia non mi avesse spinto verso di lui, neppure il diavolo mi avrebbe deciso ad andare da lui. E tu, maestro, tu devi restare sempre così padrone di te da non far alterare l'umore delle persone che ti avvicinano. E lui, guardate un pò, s'è innalzato con la sua austerità più in alto del tubo di un caminetto ed eccolo che pronuncia delle profezie... Oh! le grandi virtù a tanto al chilogramma!
      Più vi pensava e più si convinceva che il maestro avesse torto. Come stavano le cose? Egli, Tihon Pavlovitsc, aveva avviato espressamente il discorso sull'articolo del giornale allo scopo di mortificare il cattivo maestro di scuola e d'intenerirlo nello stesso tempo, mostrandogli come egli, il mugnaio, avesse l'anima in pena a causa di quella corrispondenza, e in qual modo capisse il suo fallo. E se il maestro fosse stato più alla mano, gli avrebbe descritto i suoi pensieri. Ed ecco che il maestro era andato addirittura nelle nuvole.


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





Tihon Pavlovitsc